La missione è ambiziosa. Nella relazione, Nava ha fatto cenno anche delle «criticità interne» e ha sottolineato il «cambio di passo» necessario nelle relazioni con Bankitalia che ha portato all’accordo siglato venerdì tra le due autorità. Ma la missione è complicata anche perché l’attuale livello di educazione finanziaria dei risparmiatori è basso. «Il 40% delle persone non sa valutare le proprie conoscenze finanziarie e non c’è peggior investitore di colui che non sa di non sapere. Il 50% è a disagio con la finanza e il 50%, non necessariamente lo stesso, non è interessato», ha spiegato il presidente di Consob.
Altrettanto importante è una presenza incisiva negli organismi internazionali ed europei. Questi ultimi sono organismi nei quali bisogna contribuire a creare le regole, non subirle. Ma l’Europa è il nostro destino. Nava ha ricordato che il risparmio degli italiani è espresso in euro, dunque non c’è nessun dubbio che l’euro sia una “roccia solida”. In ultima istanza è arrivato il richiamo alla necessità di rispettare l’indipendenza dell’autorità di controllo e del funzionamento dei meccanismi di mercato, anche da parte dei policy makers. Perché il mercato non è un’astrazione: il mercato siamo noi.