La gran parte di queste iniziative ha meno di dieci anni di vita. Dal 2010 sono nate oltre 98mila aziende, quasi il 70% del totale. Una cifra molto alta se si pensa che nel decennio precedente ne erano nate molto meno della metà, quasi 35mila. Negli anni ’60 le imprese femminili straniere erano solo 118 sul territorio nazionale.
I settori nei quali l’imprenditoria “rosa” è più diffusa sono Sanità e assistenza sociale (62,6%), servizi alla persona (57,3%), istruzione (50,9%). In termini assoluti il commercio all’ingrosso e al dettaglio resta il settore con la presenza più forte di imprese femminili straniere (33,6%), seguito da servizi di alloggio e ristorazione (12,4%) e manifatturiero (11%).
Le regioni geografiche maggiormente interessate dal fenomeno sono Lombardia, Lazio e Toscana,, con circa 57.000 imprese. Guardando, invece, all’incidenza delle iniziative straniere femminili sul totale delle imprese straniere si piazza in testa il Molise (35,8%). A seguire Basilicata (35,2%) e Abruzzo (31,5%). Cina e Romania (rispettivamente con il 22,3% e il 10,8%) sono le nazionalità di provenienza delle titolati straniere di ditte individuali localizzate in Italia.